Maurizio Rebuzzini

Maurizio Rebuzzini

Per quanto pensi di essere soltanto “un clown, che fa raccolta di attimi”, attualmente e ufficialmente, Maurizio Rebuzzini (1951) è editore e direttore di FOTOgraphia, mensile di riflessione fotografica (dal maggio 1994), e del collegato sito Internet www.FOTOgraphiaONLINE.com (dalle 10,10 del 10 ottobre 2010 [10 10 10 10 10] e dalle 9,26 e 53 del 14 marzo 2015 [in grafia statunitense, 3,141592653 / nove decimali del pi greco… ogni cento anni]).

È docente a contratto di Storia della Fotografia alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, sede di Brescia; curatore della sezione di storia degli apparecchi fotografici al Museo Nazionale Alinari della Fotografia, di Firenze (Mnaf); e membro del Comitato scientifico del Museo Martinengo Colleoni (MA.CO.f / Centro della Fotografia Italiana), di Brescia.

Dall’autunno 1972, si occupa di fotografia per riviste di settore, come redattore, collaboratore o direttore editoriale.

Ha tenuto workshop sull’uso di apparecchi grande formato e sull’illuminazione in sala di posa. È stato docente all’Istituto Europeo di Design. Ha tenuto, e tiene, lezioni e conferenze in Italia e all’estero. Organizza e svolge programmi a tema e mostre fotografiche; ha curato esposizioni riguardanti la presenza della fotografia nelle sceneggiature e scenografie cinematografiche; ha organizzato mostre sulla fenomenologia di Betty Page.

Oltre la conoscenza di ogni tecnica fotografica e competenza sul linguaggio dell’immagine (sia contemporanea sia storica), è esperto di tecniche arbitrarie: stereo (3D), anamorfosi, foro stenopeico, fotografia panoramica, macchine giocattolo.

Nel 2008, ha pubblicato il saggio Alla Photokina e ritorno (Riflessioni, Osservazioni e Commenti sulla Fotografia: spunti utili e proficui sia al comparto tecnico-commerciale sia al mondo della fotografia espressiva e creativa); nel 2009, ha pubblicato la storia (con visione personale e particolare)
1839-2009. Dalla Relazione di Macedonio Melloni alla svolta di Akio Morita (Svolte senza ritorno; strani eventi si permettono il lusso di accadere; tappe fondamentali, che si sono proiettate sul linguaggio e l’espressività, con quanto ne è conseguito e ancora consegue).

Con Filippo Rebuzzini, nel 2010, ha pubblicato la monografia Betty Page, catalogo della mostra Betty Page. Trentadue visioni più una, esposta in diverse sedi.

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Scrive di linguaggio, storia, tecnica e costume della fotografia applicando idee che, di fatto, abbattono i confini tra i diversi punti di osservazione: arriva al lessico fotografico partendo dalla presentazione di apparecchi(o fingendo di farlo), così come, con percorso analogo, inquadra e identifica l’apporto dell’applicazione tecnica quando affronta il linguaggio espressivo.

Raccoglie, ordina e analizza fenomenologie parallele alla socialità fotografica: sua presenza nei fumetti, in filatelia, nel cinema, in oggetti di uso comune.

Tra i riconoscimenti professionali, il Premio Giornalistico Assofoto 1984, l’ambìto e prestigioso Horus Sicof, assegnatogli nel maggio 1997, il Trofeo Nazionale per la stampa specializzata (Benevento, 1999) e Premio AIF 2017 alla carriera (Milano, aprile 2017).